
Pensione riforma bocciata CGIL-Resmagazine.it
Le simulazioni sul TFR bocciano la pensione a 64 anni: i vantaggi idealizzati non sono reali. Ecco cosa si può davvero fare.
La proposta del governo di utilizzare il TFR come rendita integrativa per con consentire il pensionamento a 64 anni, non è stata accolta con favore dai sindacati, che l’hanno trovata inadeguata e non paritaria nei confronti dei redditi da lavoro più bassi. In particolare colpisce chi non ha avuto, nel corso della sua vita, un’attività continuativa e con lo stesso importo redditizio. Lara Giglione, segretaria confederale della Cgil, ha smontato la tesi dell’organo competente dimostrandone inadeguatezza, ma soprattutto ha rivelato che non è risolutiva di un problema sociale che affligge diversi lavoratori.
In diverse interviste la Giglioni ha spiegato come mai la direzione presa dal governo in merito al presunto utilizzo del TFR non possa dare risultati utili: “Il Governo, da quando é in carica, ha fatto crescere di oltre500 euro l’importo soglia per il pensionamento anticipato nel sistema contributivo, rendendolo un miraggio. Prima crea il problema, e poi prova a spacciare per soluzione un rimedio inefficace.” L’esponente dei sindacati ha poi aggiunto che il problema reale è la precarietà e la soglia minima dei salari: fissare un margine d’età così basso rende impossibile l’uscita dal lavoro per molte persone:
“Basterebbe fare i calcoli: con retribuzioni medie o basse la soglia non é raggiungibile nemmeno dopo 40 anni di contributi e con l’utilizzo del Tfr”. Sono stati anche fatti dei calcoli appositi per smontare la proposta del governo: l’Ufficio previdenza della Cgil nazionale ha dimostrato, visti gli aumenti soglia degli ultimi anni, che sommando il montante contributivo maturato negli anni e il TFR si raggiungerebbe gli importi indicati, e questo renderebbe il prepensionamento un privilegio per pochi.
Cgil, Ezio Cigna: “Solo chi ha redditi elevati supera i requisiti”
Cigna, responsabile politiche sociali della Cgil ha poi affermato che il provvedimento sarebbe vantaggioso solo per chi ha redditi elevati e supera i requisiti: “La maggioranza dei lavoratori non riesce a raggiungere la soglia: con 8.000 euro annui di retribuzione, dopo 40 anni la pensione stimata é di appena 505 euro al mese; con 20.000 euro si arriva a 1.263 euro; solo chi ha redditi elevati supera i requisiti, mentre chi lavora tutta la vita con salari medi resta comunque sotto le soglie.

Cosa si può fare? Le parti sono determinate a battersi per una riforma previdenziale che garantisca equità e giustizia sociale, oltre che una pensione dignitosa per tutti. L’idea è quella di realizzare una sorta di “pensione di garanzia” dedicata soprattutto ai più giovani: “Noi continueremo a batterci per una vera riforma previdenziale che assicuri equità, giustizia sociale e una pensione dignitosa per tutte e tutti, costruendo una pensione di garanzia per i più giovani”. Ha affermato Lara Ghiglione.