
Patente B, chi rischia di non poterla rinnovare - Resmagazine.it
Scatta un nuovo limite di età per la Patente B: chi rischia di non poter rinnovarla e tutto quello che c’è da sapere.
La sicurezza stradale in Italia continua a essere al centro di importanti aggiornamenti normativi, con un impatto significativo soprattutto per i conducenti più anziani.
Dal 1° gennaio 2025, è entrato in vigore un nuovo limite di età per il rinnovo della patente B, la licenza di guida più diffusa nel paese, che consente di condurre automobili e veicoli leggeri. Questa modifica normativa segna una svolta rilevante, introducendo un vincolo netto che potrebbe lasciare a piedi molti automobilisti over 75.
Nuovo limite di età per la patente B: le novità della normativa
Fino a poco tempo fa, i conducenti italiani dovevano sottoporsi a rinnovi periodici della patente secondo una scala che teneva conto dell’età e delle capacità psicofisiche: ogni dieci anni fino a 50 anni, ogni cinque anni fino a 70, ogni tre anni fino a 75 e annualmente oltre i 75 anni. Questa progressione mirava a garantire che ogni guidatore mantenesse la prontezza necessaria per una guida sicura. La recente legge, però, introduce un cambio drastico: non sarà più possibile rinnovare la patente B dopo i 75 anni.
Tale misura nasce dall’esigenza di tutelare la sicurezza sulle strade, vista la crescente evidenza scientifica che indica come, con l’avanzare dell’età, diminuiscano le capacità visive, motorie e cognitive fondamentali per la guida. Studi dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) confermano che gli anziani sono maggiormente esposti al rischio di incidenti, sia come conducenti sia come pedoni, a causa di rallentamenti nella reattività e difficoltà nel mantenere la concentrazione.
L’introduzione del limite a 75 anni per il rinnovo della patente B rappresenta un cambiamento importante per una fascia di popolazione che spesso associa la guida all’indipendenza quotidiana. La perdita della patente può quindi rappresentare un forte impatto sulla qualità della vita, limitando la libertà di movimento e l’autonomia personale. Per ovviare a queste difficoltà, si stanno esplorando e potenziando diverse alternative di mobilità per gli anziani:
- Potenziare il trasporto pubblico: numerose città italiane stanno investendo in un ammodernamento e ampliamento delle reti di autobus, tram e metropolitane, con l’obiettivo di facilitare gli spostamenti di tutti, e in particolare degli over 75.
- Sfruttare il car sharing e i servizi di ride-hailing: piattaforme come Uber stanno acquisendo sempre più spazio nel panorama della mobilità urbana, offrendo modalità flessibili e comode per chi non può più guidare, senza necessità di possedere un veicolo proprio.
- Promuovere il supporto comunitario: iniziative di carpooling, gruppi di volontariato e servizi di accompagnamento rappresentano risorse preziose per garantire una rete di sostegno sociale e facilitare gli spostamenti degli anziani.

La normativa riflette una crescente attenzione verso la tutela della salute pubblica, mettendo al centro la prevenzione degli incidenti stradali che coinvolgono persone in età avanzata. Le capacità psicofisiche necessarie alla guida, infatti, tendono a deteriorarsi con l’età, aumentando la probabilità di situazioni di pericolo. L’obiettivo primario della legge è dunque quello di ridurre il numero di incidenti, salvaguardando la vita di tutti gli utenti della strada, sia guidatori, sia pedoni.
Il nuovo limite di età per la patente B, sebbene percepito da molti come un provvedimento severo, nasce da un’analisi approfondita dei rischi e dalla volontà di adottare misure concrete per la sicurezza collettiva. Con questo importante cambiamento legislativo, il governo italiano punta a bilanciare la libertà individuale con la responsabilità sociale, incentivando allo stesso tempo lo sviluppo di sistemi di mobilità alternativi che possano garantire il diritto alla mobilità anche agli anziani privati della patente di guida.